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Panelle, crocchè e pani ca meusa…

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Panelle, crocchè e pani ca meusa,

suonano familiari parlando di Palermo? Questa meravigliosa città ricca di storia ed arte, offre un modo alternativo per scoprire la cultura e le tradizioni locali : il cibo!  Oggi voglio consigliarvi 3 pietanze tipiche palermitane che non potete non provare durante il vostro soggiorno: panelle, crocchè e pani ca meusa .

Furono gli Arabi, dominatori della Sicilia a cavallo tra il IX° e l’XI° secolo, già esperti gastronomi, ad iniziare a macinare i semi dei ceci per ricavarne una farina che, mescolata all’acqua e cotta sul fuoco, dava una sorta di impasto crudo… nel tempo, maestri “panellari” hanno cominciato a friggere l’impasto e nella città di Palermo nasce quindi la prima “panella” dell’era moderna inventata dal popolino per potersi sfamare. Nel corso degli anni, qualsiasi barriera sociale si abbatte e, davanti ad una moffoletta fragrante (il tipico pane con sesamo usato per accompagnare le panelle), si diventa tutti uguali!

Un consiglio? Alle panelle, abbinate anche le crocchè (semplici crocchette di patate, senza uova e formaggio) o più comunemente chiamate Cazzilli“, facendo diventare il vostro panino, il caratteristico spuntino palermitano!

A pochi passi dalla nostra struttura, a piazza Marina, angolo Corso Vittorio Emanuele, Franco “u Vastiddaro, delizia non solo i turisti in giro per il nostro centro storico, ma anche noi palermitani che spesso cediamo ai questi piccoli peccati di gola!

 

 “A vuoli schietta o maritata? “ panicameusa
Ecco la prima domanda che vi verrà posta quando sarete pronti ad ordinare questa delizia palermitana! Il “pani ca miavusa” è una pagnotta ripiena di milza e altri grassetti appetitosi fatti sfrigolare nello strutto caldissimo, con soltanto un po’ di limone. Questa versione, senza aggiunta di altri condimenti, viene soprannominata “schitta”.

L’altra verisione invece, quella “maritata” prevede l’aggiunta della ricotta o caciocavallo a scaglie, attribuendo al formaggio “maritato” (tradotto: sposato) l’allegoria del velo da sposa.
Ancora oggi il “pani ca’ meusa” si prepara secondo tradizione: forchetta senza i denti centrali per non sbriciolare le fettine di milza; padella inclinata, nella quale in basso frigge lo strutto e in alto stanno le interiora… qual è il migliore di Palermo? Quello di Rocky Basile, all’interno dello storico mercato della Vucciria, meusaro da tre generazioni e a pochi passi da Bedda Mari!